domenica 2 novembre 2014

Caso Cucchi: in Italia è ancora praticata la tortura e non ce ne siamo accorti

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"In questo Paese bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità" queste le parole del Segretario del SAP, Sindacato di Polizia, Gianni Tonelli, dopo la sentenza assolutoria del caso Cucchi.
"Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie."

Queste parole tradotte, in termini più semplici, vogliono significare: se uno è arrestato perchè accusato, ad esempio,  di essere uno spacciatore, non può lamentarsi se poi ... "finisce male". Queste parole dimostrano una cosa: che in Italia si pratica ancora, e si è sempre praticata, la TORTURA, pratica che è tollerata dalle istituzioni e spesso anzi è addirittura suggerita alle forze dell'ordine come metodo per "fare giustizia sommaria". Viene praticata in alcuni casi: quando si tratta con un soggetto considerato pericoloso ma anche soltanto "fastidioso", quando c'è da vendicarsi per qualche sgarbo subito da polizia e/o carabinieri, quando si deve andare con le spicce per "eliminare"  persone "comode" a livello politico o altro, quando serve una scorciatoia per trovare "un colpevole" a tutti i costi, il classico "capro espiatorio".

La giustizia dovrebbe invece proteggere anche Caino di fronte alle illegalità dei poteri costituiti. Questo modo surrogato di amministrare una giustizia vendicativa è degna dei paesi dove "vengono tagliate le teste", in fin dei conti è sempre lo spirito vendicativo che prevale sullo spirito di giustizia e di equità.

Nel parlamento Italiano si è provato più volte a inserire il reato di tortura, ma le varie maggioranze hanno sempre posto "il veto", perchè la TORTURA è un modo arbitrario e comodo per amministrare "fuori dalle leggi" la giustizia, anche se un modo più vicino al "giustiziere della notte" piuttosto che ai modi di una società civile e democratica.

Queste cose sembrano lontane al comune cittadino, uomo della strada, che pensa: ma che mi importa, tanto a me non capiterà mai... Errore! Ricordate il film di Sordi; "Detenuto in attesa di giudizio"? Può capitare a tutti, per caso di trovarsi in una situazione del genere. Può capitare a noi o ai nostri figli o nipoti. E quindi bobbiamo fare di tutto per evitare che queste cose non si ripetino.

Perchè Stefano Cucchi non è morto di freddo, ma perchè fu pestato a sangue da "qualcuno" pagato per proteggere i cittadini, non per uccidere.